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Franco De Masi"No smartphone, come proteggere la mente dei bambini e degli adoelscenti"

Aggiornamento: 11 ago

“ è necessario parlare degli aspetti problematici senza demonizzare i moderni strumenti tecnologici, che danno grandi vantaggi. La domanda che non possiamo evitare è in quale misura l’abuso di questi strumenti può creare effetti negativi sullo sviluppo emotivo e relazionale, effetti che possono realizzarsi al di là della nostra consapevolezza.”



Franco De Masi racconta, spiega, riporta i dati delle ricerche e riflette sul senso e sul significato che oggi ha l’uso dei dispostivi elettronici, rivolgendo l’attenzione ai bambini, ma soprattutto agli adolescenti. Lo fa senza allarmismi ma, senza nemmeno minimizzare e cercando di accompagnare il lettore verso una maggior consapevolezza, evidenziando anche le contraddizioni, su quali siano le conseguenze sulla vita in generale dei giovani.

Non dice come fare, non suggerisce come dovrebbe essere ma, piuttosto rimanda alla relazione, perché è sempre questa che va interrogata. Ed è la specifica relazione tra quel determinato figlio e quei genitori il nucleo centrale di ogni scelta perché è sempre della relazione che dobbiamo ricordarci. Non ci sono indicazioni che vanno bene per tutti, comode e banali ma, appunto un’unicità relazionale da ascoltare e comprendere: “ anche se i genitori vorrebbero capire quale sia il momento opportuno per dare al proprio figlio lo smartphone ma questa decisione non è facile e non può essere risolta solo in base ai consigli degli esperti” continua De Masi “bisogna prendere in considerazione vari fattori, tra cui il carattere, la maturità del bambino e anche l’ambiente famigliare in cui vive”.

De Masi parla con chiarezza e pacatezza, il suo sembra più il buon senso della nonna (nonno!?), quando si riferisce alle regole che sarebbe necessario seguire “ quando si decide di dotare il proprio figlio di uno smartphone servono regole chiare e condivise: ad esempio, non si deve usare il cellulare a tavola, nemmeno quando si fanno i compiti o quando ci sono momenti di incontro in famiglia e prima di andare a dormire. Si dovrebbe togliere lo smartphone, per un periodo più o meno lungo, quando gli accordi sono trasgrediti o quando viene usato per fini scorretti”.

Quello che a mio avviso è il punto centrale relativo alla questione dell’uso di uno smartphone e/o di un dispositivo elettronico, e che De Masi racconta a più riprese, in un intero capitolo, ma riprendendolo qua e là in tutto il libro, è quello che lui definisce “funzionamento regressivo” riferendosi al fatto che i dispositivi elettronici attivano e sostengono modalità regressive legate al piacere dei sensi. “I programmi informatici hanno bisogno di uno schermo attraverso il quale vediamo e percepiamo gli oggetti che abbiamo scelto premendo un tasto. Questo tipo di operazione non necessita delle funzioni psichiche dell’intuizione e della scoperta perché si avvale degli organi sensoriali, in particolare della vista e dell’udito, che vengono coinvolti in situazioni di piacere. Per questo motivo, al di là della sofisticazione del mezzo, lo strumento informatico porta con sé il rischio di un mancato utilizzo delle funzioni più evolute della mente. Quando si tocca il tasto di uno smartphone cominicia subito il piacere sensoriale”.

In che modo questo aspetto può interferire nel processo di crescita psichica ed emotiva di un bambino e/o adolescente?

Per prima cosa lo sviluppo emotivo e psicologico dell’uomo è regolato dalla capacità riflessiva, ossia dalla possibilità di osservare i propri processi psichici e di dare un nome alle emozioni e questo permette di entrare in contatto con la propria identità che è in continua evoluzione.  Ecco che allora si può comprendere la portata che può avere un uso massiccio del dispositivo informatico. ” La mia opinione è che, nonostante le enormi possibilità di comunicazione che ha creato, internet ha anche veicolato nel suo spazio alcuni funzionamenti regressivi che conquistano la mente umana tramite il piacere di sensi. La rete attiva la sensazione di scoprire cose nuove, come succede a chi viaggia in territori sconosciuti, ma la conoscenza è illusoria, perchè si tratta di un mondo fittizio. Il web, dunque rende reale un mondo di fantasie, visive e auditive, una neo realtà in cui non è facile separare la realtà dall’illusione.”

Il secondo aspetto riguarda lo sviluppo cognitivo: “ossia l’evolvere delle capacità intellettive, ha un percorso diverso dalla crescita emotiva. Ad un’alta capacità di tipo matematico, gestionale, linguistico o altro, può associarsi una crescita emotiva carente, se non addirittura inesistente. Infatti il campo performativo è cosa ben diversa da quello emotivo e relazionale. Se la parte cognitiva della personalità, che viene stimolata positivamente dalla perfomance, cresce a spese della parte emotiva e relazionale, come avviene nell’uso eccessivo dello strumento informatico, non è possibile evitare disturbi e sofferenze della psiche. Questo accade soprattutto nel corso dell’adolescenza.”

Sia che si tratti di un bambino, o di un adolescente o di un adulto la nostra mente ha bisogno di un'altra mente per vivere, sentire, entrare in contatto con l’altro. Ecco perché, proprio nell’adolescenza, è importante evitare e/o limitare il rinchiudersi nei dispositivi informatici perché l’adolescente, proprio perché vive quella fase in cui necessita di relazioni umane, emozioni, esperienze, ha bisogno di stare fuori per conoscere e ri-conoscere se stesso.

Viene inoltre sottolineato come i dispositivi elettronici siano altamente seduttivi, ed è questo aspetto che è alla base della continua ricerca: il circuito della dopamina viene costantemente attivato ed è alla base delle sensazioni piacevoli, motivo per il quale si stabilisce un processo di dipendenza. “Nella dipendenza dai social meda o dai videogiochi si verifica un’attivazione intensa e prolungata in modo anomalo dei neuroni della dopamina e dei percorsi cerebrali di ricompensa. Con il passare del tempo il cervello ha bisogno di livelli sempre più alti di dopamina per raggiungere il piacere, come succede nella dipendenza dalle droghe.”

Per apprendere e pensare la mente deve essere libera e l’eccesso degli stimoli sensoriali satura la psiche che perde la disponibilità di intuire e creare, e blocca sia il pensiero conscio sia quello inconscio.

Come sempre le questioni sono sempre più complesse e articolate rispetto a posizioni a favore o contro, quindi pensare che i dispositivi siano il male significa distogliere lo sguardo da sé e dalla relazione con il proprio figlio, individuando fuori da sé il problema, soluzione chiaramente comoda.

Leggere questo libro significa semplicemente fermarsi a riflettere.

 

Franco De Masi “No smartphone, come proteggere la mente dei bambini e degli adolescenti”  Edizione Piemme

 

 

 
 

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